Federico Hindermann

La biblioteca di Federico Hindermann

Federico Hindermann – 1921-2012 – ha fornito indicazioni assai precise sulla destinazione della sua biblioteca: alla famiglia e agli amici, secondo i loro desideri e interessi, e poi tutto a un’istituzione pubblica che ne garantisse da una parte l’identità, delineatasi nel corso di settant’anni (1940-2011), dall’altra l’utilità, mettendola a disposizione di tutti, lettori e studiosi. La speranza di Federico Hindermann, che sia cioè offerta una seconda vita ai suoi libri, ha incontrato il desiderio di parenti e amici che, con la valorizzazione della biblioteca, intendono favorire la memoria di un intellettuale fin troppo riservato. Lasciare insomma che i libri, «di cui non osava più parlare» tanto li aveva assimilati (Citati 1978, p. 7), d’ora in poi parlino di lui, delle sue passioni e del suo lavoro, e stimolino nuove passioni e nuovi lavori.
I familiari hanno così accettato la proposta del dr. Matteo Pedroni, studioso e amico di Federico Hindermann, di legare l’intera biblioteca alla Sezione d’italiano dell’Università di Losanna che, dal canto suo, s’impegna a valorizzarla.

Per qualunque informazione, si prega di rivolgersi a Matteo Pedroni (matteo.pedroni@unil.ch), responsabile del progetto.

Biografia

Federico Hindermann nasce presso Biella il 27 luglio 1921, da padre basilese e da madre torinese. All’età di dieci anni si trasferisce con la famiglia nella città paterna, dove poi si iscriverà all’Università, pur non potendo frequentare regolarmente a causa della prematura scomparsa dei genitori. Hindermann s’indirizza così verso l’attività giornalistica, scrivendo per la «National-Zeitung» (Basilea) e in seguito per il mensile «Atlantis» (Zurigo), in cui appariranno sue traduzioni da testi letterari italiani e francesi. In questo ambito si era già distinto volgendo in tedesco l’Aurélia di Nerval (1943), in seguito l’Étranger di Camus (1951) e, fra gli italiani, opere di Vittorini e di Pirandello. Negli anni Cinquanta, dopo essere stato lettore di tedesco a Oxford, riprende gli studi addottorandosi a Zurigo in letteratura comparata. Si apre così la stagione dell’insegnamento: dapprima al liceo di Aarau, poi – dal ’66 al ’69 – all’Università di Erlangen, come professore di filologia romanza. Nel quindicennio successivo – 1971-1986 – Hindermann assumerà la direzione della Manesse Verlag e della prestigiosa collana di classici “Manesse Bibliotheck der Weltliteratur”, per la quale curerà personalmente diversi volumi e traduzioni (Cecchi, novellieri italiani ecc.). Parallelamente, a partire dagli anni Settanta, inizierà a pubblicare poesie in italiano presso l’editore milanese di origine svizzera Vanni Scheiwiller (nel 1940 aveva esordito con otto poesie in tedesco). Le sei raccolte (Quanto silenzio ’78, Docile contro ’80, Trottola ’83, Baratti ’84, Ai ferri corti ’85 e Quest’episodio ’86) sono riunite nell’importante volume di Poesie 1978-2001 (Verona, Valdonega, 2002), che gli vale – nel 2003 – il Premio Schiller alla carriera. Negli ultimi anni ha pubblicato in Ticino presso le edizioni Sottoscala, Armando Dadò, ANAedizioni ed Edizioni Opera Nuova. Una scelta di suoi versi, tradotta in tedesco da Antonella Pilotto (Fügsam dagegen/Docile contro, Zurigo, Limmat Verlag, 2009), ha ottenuto l’«Anerkennungsgabe der Literaturkommission» della città di Zurigo. Federico Hindermann muore ad Aarau il 31 gennaio 2012. 

Bibliografia

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